“Ma la guerra non fermò la musica” di Fadiesis arriva sul Grappa in una giornata speciale

Domenica 4 agosto, ore 18.00, Rifugio Bocchette

Il Monte Grappa non è un posto qualunque, è uno dei luoghi simbolo della Grande Guerra, di quella seconda fase dopo Caporetto che si combatté sul fronte del Piave. Domenica 4 agosto 2018 non è un giorno qualunque: è la giornata del tradizionale pellegrinaggio dal Santuario dei SS. Vittore e Corona, alle porte di Feltre, a Cima Grappa. Qui presso il Sacrario Militare, che ospita i resti di 12.615 caduti italiani e 10.295 caduti austroungarici, sarà rivolta  una preghiera alla Madonna del Grappa, ricordando le innumerevoli e giovani vittime di questa “inutile strage”. Per l’occasione il passaggio e la sosta dei pellegrini presso Malga Bocchette saranno accompagnati dal Concerto Ma la guerra non fermò la musica proposto dall’Associazione Musicale Fadiesis nell’ambito del progetto La grande onda.  Un ulteriore momento di riflessione su questo tragico capitolo della nostra storia, attraverso la forza universale e affratellante delle note.

“La grande onda” si conclude a Clauzetto in un luogo toccante di memoria condivisa

11 e 12 agosto: doppio appuntamento con Fadiesis al Cimitero di Val da Ros

Concerto Ma la guerra con fermò la musica 

Sabato 11 agosto, ore 20 30, Cimitero di Val da Ros, presso località Pradis di Sopra (Clauzetto)

A conclusione dell’escursione storica lungo il Sentiero della Battaglia di Pradis, organizzata dall’Associazione Lis Aganis nell’ambito di “Passiparole 2018 – Camminate in notturna”, con partenza da piazza Conte Ceconi di Pielungo alle ore 18.00. 

Domenica 12 agosto, ore 14.30, replica del concerto presso il Cimitero di Val da Ros

Il progetto La grande onda si conclude a Clauzetto, con un doppio appuntamento con il concerto Ma la guerra non fermò la musica. Protagonisti: Giuseppe Barutti al violoncello; Yuri Ciccarese al flauto; Massimo Santaniello al clarinetto; Gianni Fassetta alla fisarmonica. Quattro grandi musicisti da Veneto, Romagna, Campania e Friuli, quasi a rappresentare uno scorcio di quell’Italia coinvolta dolorosamente nel primo conflitto mondiale. Il repertorio spazierà da brani di musica classica di Giacomo Puccini e Richard Strauss composti tra il 1915 e il 1918, a canzoni di matrice popolare composte al fronte da soldati musicisti. Tema conduttore:  la forza creativa della musica che vince quella distruttiva della guerra, restituendo tuttavia il clima drammatico di quegli anni. Palcoscenico di questo ultimo atto de La grande onda, il piccolo cimitero militare di Val da Ros, istituito nel 1918 durante l’occupazione austro-tedesca e inaugurato dagli italiani il 6 novembre 1920, per accogliere le vittime della Battaglia di Pradis senza distinzioni di bandiera. Un luogo di straordinaria intensità, che ricompone le ragioni della pace, nel magico silenzio di uno scorcio selvaggio e sconosciuto delle Prealpi pordenonesi, tra le magnifiche valli del Cosa e dell’Arzino.

“La grande onda” riparte da Claut con il concerto “Ma la guerra non fermò la musica”

Domenica 22 luglio, alle ore 14.00, presso la Conca Verde

Avvisiamo che il secondo appuntamento con il concerto Ma la guerra non fermò la musica, previsto a Claut nell’ambito del progetto La grande onda, rispetto al programma originario è stato anticipato alle ore 14.00 e si svolgerà in località Conca Verde, anziché in Pian del Muscol. In dettaglio ecco il cartellone dell’evento:

Domenica 22 luglio, ore 14.00 – Ingresso libero
Conca Verde lungo il torrente Chiavola (in caso di pioggia Sala Congressi) – Claut (PN)

MA LA GUERRA NON FERMÒ LA MUSICA
La grande musica composta negli anni del conflitto, sui luoghi della memoria tra l’Isonzo e il Piave 
Violoncello: Giuseppe Barutti
Flauto: Yuri Ciccarese
Clarinetto: Isabella Ius 
Fisarmonica: Gianni Fassetta

Un repertorio vario, eterogeneo, originale è il tratto distintivo del concerto Ma la guerra non fermò la musicache spazia da brani di autori classici come Richard Strauss e Giacomo Puccini, alle canzoni popolari composte da soldati-musicisti al fronte. Con un denominatore comune: il periodo di composizione è quello della Grande Guerra, a sottolineare la vitalità dell’espressione musicale, come voce resistente dell’uomo, capace di restituire i sentimenti, le inquietudini e le speranze di un’Europa prostrata, ma non annullata, dalla barbarie del conflitto.

Per gli spettatori del concerto, dalle 12.30 è anche a disposizione il Punto Ristoro della località Conca Verde, allestito in occasione della Marcia “Sulle orme del dinosauro” (partenza alle ore 09.00 da Claut): pastasciutta per tutti al prezzo di 6.00 €.  Per maggiori informazioni: pagina Facebook della Pro Loco di Claut.

Per gli appassionati, la giornata Fadiesis nelle Dolomiti Friulane non si conclude a Claut e offre un secondo appuntamento nell’ambito di Valcellina in Musica:

Ore 18.30 – Ingresso libero
Centro Visite di Erto e Caso – Piazzale del Ritorno, 3, Erto (PN)

A MUSICAL BANQUET 
Spettacolo per chitarra sola e voce recitante
Chitarra: Francesco Molmenti 
Voce recitante: Maurizio Perrotta 

Uno spettacolo che narra di amori e tradimenti, disfatte e successi, guerre e corti, idealmente ambientato nella Wollaton Hall di Nottigham, Inghilterra, agli albori del XVII secolo. Durante un ricevimento tenuto in questo palazzo elisabettiano, un ospite racconta agli spettatori disorientati le vicende di alcuni invitati al Musical Banquet. Personaggi storici, figure nate dal genio di Shakespeare o evocate dai tarocchi, prendono vita in un’atmosfera magica suscitata dalle musiche rinascimentali del liutista John Dowland, in affascinante dialogo con brani di compositori contemporanei.

L’Associazione Musicale Fadiesis vi augura una piacevole giornata di musica e di Valcellina!

Ma la guerra non fermò la musica

Con un grande quartetto, la Grande Onda riparte da Pulfero

Domenica 6 maggio, ore 10.00 – Sala Consiliare di Pulfero – INGRESSO LIBERO 
MA LA GUERRA NON FERMÒ LA MUSICA
La grande musica composta negli anni del conflitto, sui luoghi della memoria tra l’Isonzo e il Piave

Violoncello: Giuseppe Barutti
Flauto: Yuri Ciccarese
Clarinetto: Massimo Santaniello
Fisarmonica: Gianni Fassetta

Domenica 6 maggio il progetto “La grande onda” approda a Pulfero, con uno straordinario concerto eseguito da quattro affiatati interpreti: il veneziano Giuseppe Barutti, il romagnolo Yuri Ciccarese, il campano Massimo Santaniello e il friulano Gianni Fassetta. Tutti musicisti di straordinario livello, che si sono esibiti su alcuni tra i principali palcoscenici del mondo, con importanti formazioni come I Solisti Veneti e a fianco di grandi artisti e compositori come il premio Oscar Nicola Piovani.

Il concerto è di particolare interesse per almeno due ragioni: il luogo e il repertorio.

Alle porte della Slovenia, Pulfero è il comune della Slavia friulana che per primo vide l’immane movimento di truppe seguito alla Disfatta di Caporetto (oggi Kobarid). In questo luogo speciale  si ospita il primo di quattro appuntamenti musicali che, a distanza di un secolo, ripercorreranno il drammatico spostamento del fronte italiano della Grande Guerra dall’Isonzo al Piave. Tra luglio e agosto l’evento sarà poi riproposto a Clauzetto, a Claut e a Seren del Grappa, immergendoci nei paesaggi iconici del I conflitto mondiale.

Il secondo motivo d’interesse è il repertorio, circoscritto all’intenso periodo 1914-1918, quando “la guerra non fermò la musica” e caratterizzato da una contaminazione di generi. A  brani e canzoni di matrice popolare, scritti da soldati-musicisti al fronte, si affiancheranno composizioni classiche, firmate dai protagonisti della scena musicale in quello scorcio cruento del Novecento: Claude Debussy, Maurice Ravel, Pietro Mascagni, Giacomo Puccini.

Attraverso questa proposta, lo spirito dei luoghi s’incontrerà con lo spirito dei tempi, restituendo i sentimenti, le inquietudini e le speranze di un’Europa incendiata dalle fiaccole dei nazionalismi, ma al tempo stesso unita dalla forza espressiva e comunicativa della musica.

“Il primo sparo” combatte con “la grande onda”…

Sfidando il burian, lo spettacolo resiste il 18 marzo

Questo ultimo scorcio d’inverno ha reso particolarmente combattiva la realizzazione dello spettacolo Il primo sparo, proposto sul Battello Santa Maria nell’ambito del progetto La grande onda. Le condizioni di maltempo che imperversano sulla nostra regione in queste settimane hanno già portato alla cancellazione e al rinvio delle prime tre date (4, 11, 17 marzo).

Dopo questo inizio così sofferto, una buona notizia resta confermata: domenica 18 marzo si recupera, con un tutto esaurito, lo spettacolo in navigazione sospeso il 4 marzo. Gli eventi previsti per  l’11 e il 17 marzo saranno, invece, spostati in date da destinarsi, che l’Associazione Musicale Fadiesis si premurerà di comunicare quanto prima sia attraverso il sito, sia tramite newsletter e Facebook.

Sperando che il tempo sia più clemente con l’arrivo della primavera, restano confermati gli altri due appuntamenti messi in calendario:

Sabato 14 aprile.
Aquileia/Grado – Porto Buso – Grado/Aquileia. Durata: 09.00 – 16.00 circa

Giovedì 24 maggio.
Marano/Lignano – Porto Buso – Marano/Lignano. Durata: 09.00 – 16.00 circa
Una gita speciale a 103 anni esatti dal “primo sparo”

Nell’attesa di buone nuove dal meteo, auguriamo a tutti i partecipanti una piacevole gita per la prossima domenica, in compagnia del capitano Nico Pavan e degli attori Manuel Buttus del Teatrino del Rifo, Adriano Girardi e Maurizio Zacchigna di Mamarogi, che calcheranno la scena galleggiante sfidando il colpo di coda dell’inverno.

Nella foto  sopra il cacciatorpediniere Zeffiro della Regia Marina italiana, da cui fu sferrato l’attacco contro la caserma austroungarica di Porto Buso, nella notte del 24 maggio 1915. Questo evento, rievocato nello spettacolo Il primo sparo, segnò di fatto l’ingresso dell’Italia nella I Guerra Mondiale. 

La grande onda prosegue nella Laguna di Marano

Esordisce Il primo sparo sul Battello Santa Maria 

Già esaurite le prenotazioni della prima data, rinviata al 18 marzo per cattivo tempo.

La prima parte del progetto La grande onda si è conclusa con una toccante rappresentazione del concerto-racconto-immagine Non capivamo presso il centro culturale di Quero, in provincia di Belluno, appena sotto il Monte Grappa. Si tratta forse del comune italiano che ha visto il più impressionante sacrificio di civili durante la Grande Guerra: più di ottocento persone su una popolazione di oltre tremila abitanti, con la chiesa parrocchiale teatro di violenti scontri e con molte vittime tra le sue mura devastate. Anche per questo vissuto, profondamente radicato nelle coscienze degli abitanti di Quero, Non capivamo ha lasciato un segno, commuovendo gli spettatori.

Chiuso con successo e partecipazione del pubblico questo primo capitolo, si apre quello lagunare de Il primo sparo, lo “spettacolo galleggiante” proposto dal Teatrino del Rifo di Torviscosa e dall’Associazione Mamarogi di Trieste. Ad alternarsi in coppia su questo palcoscenico in navigazione saranno gli attori  Manuel Buttus, Adriano Giraldi e Maurizio Zacchigna.  Al centro della scena le vicende del cacciatorpediniere Zeffiro della Regia Marina, che nella notte del 24 maggio 1915 lanciò un siluro contro la caserma e il porticciolo degli Austro-ungarici a Porto Buso, lasciando sul campo alcuni morti. Fu probabilmente questo il “primo sparo” del sanguinoso conflitto tra italiani e austro-tedeschi: l’inizio di una guerra rievocata attraverso il ricordo di alcuni suoi protagonisti, come Umberto Leopoldo Pavon, detto “Poldo”, classe 1881, testimone-protagonista di questo battesimo del fuoco.

Come da programma, la prima data sarebbe dovuta essere domenica 4 marzo, con partenza da Marano Lagunare. A  causa del maltempo e del gelo che ha attanagliato anche la Laguna friulana, questo primo appuntamento è stato rinviato a domenica 18 marzo, con posti sul battello già tutti esauriti. Le altre date sono: domenica 11 marzo, sabato 17 marzo, sabato 14 aprile e giovedì 24 maggio. Per queste giornate, è ancora possibile prenotare il tour con spettacolo e pranzo a bordo. Il prezzo del biglietto è di 48 €, inclusivo di navigazione, spettacolo e pranzo a bordo a base di pesce.

Per prenotazioni potete rivolgervi a: info@battellosantamaria.it – tel. +39 339 6330288 (Nico Pavan).

Per informazioni più dettagliate e per scaricare il programma potete andare a la pagina dedicata all’evento Il primo sparo. 

L’Associazione Musicale Fadiesis e il Battello Santa Maria  vi augurano Buon Viaggio in Laguna!

Bilancio finale più che positivo per Non capivamo

Grande partecipazione del pubblico anche a Pordenone e a Quero

Nato in maniera quasi estemporanea nel 2016 con una prima edizione “spontanea” proposta nell’ambito del Fadiesis Accordion Festival, lo spettacolo Non capivamo è stato progressivamente perfezionato: nei testi, nell’interazione tra musiche e parole, nell’apparato iconografico che si è arricchito d’immagini provenienti anche da archivi del Friuli Venezia Giulia. Più di un centinaio di foto hanno accompagnano questa edizione rinnovata del concerto-racconto-immagine, ormai entrato nelle corde de due interpreti: Giorgio Monte, voce narrante, e Gianni Fassetta alla fisarmonica. La crescente sintonia tra i due artisti consente di trasmettere emozioni, puntualmente ricambiate dagli applausi finali del pubblico e dai commenti e scambi di opinioni al termine di ogni rappresentazione. Gli spettatori, in particolare, dimostrano di apprezzare la prospezione del messaggio oltre i confini temporali della Grande Guerra, fino alle soglie del presente e dei problemi che affliggono i nostri giorni.

Il penultimo appuntamento alla Bastia del Castello di Torre, a Pordenone, ha visto una platea gremita, che ha accompagnato la narrazione musicale con attenzione e sensibilità: una soddisfazione in più per un evento che si è svolto “a casa” dell’Associazione Musicale Fadiesis e ha pertanto assunto una particolare valenza affettiva e simbolica.

Ad accogliere l’ultimo spettacolo è stato invece il Centro Culturale di Quero, in provincia di Belluno, a poche centinaia di metri da quel Piave che fa da sfondo a molti momenti della storia narrata e della fase finale della Grande Guerra. Qui il conflitto si è scatenato con particolare violenza, soprattutto a danno della popolazione civile. Qui, sui contrafforti settentrionali del Monte Grappa e lungo la valle del Piave, poche migliaia di soldati riuscirono a guadagnare quel tempo prezioso che consentì all’esercito italiano di riorganizzarsi dopo la Disfatta di Caporetto, come ha raccontato nel recente documentario I 5 giorni che salvarono l’Italia il regista di Quero Doriano Dalla Piazza, presente tra il pubblico.

Calorosa l’accoglienza dell’Amministrazione di Quero Vas, e dell’Associazione Dissonance, che ha collaborato all’organizzazione e al successo della serata. Un grazie speciale all’Associazione Bellunesi nel Mondo, dal cui laboratorio Movimenti nelle retrovie ha preso vita il progetto La grande onda, giunto positivamente alla fine della sua prima tappa.

Sopra: un momento dello spettacolo a Quero, con Gianni Fassetta e Giorgio Monte sul palcoscenico.

Sotto: l’autore Romeo Pignat presenta lo spettacolo alla Bastia di Torre, a Pordenone.

La grande onda di Fadiesis fa tappa “in casa”

Giovedì 8 febbraio Non capivamo alla Bastia di Torre di Pordenone

Giovedì 8 febbraio 2018, alle ore 20.45, con la rappresentazione del concerto-racconto-immagine Non capivamo alla Bastia di Torre, prima e unica tappa pordenonese del progetto La grande onda dell’Associazione Musicale Fadiesis. Sul palcoscenico, ancora una volta, la voce narrante di Giorgio Monte e la fisarmonica di Gianni Fassetta, che accompagneranno gli spettatori in un insolito viaggio attraverso le vicende e i vissuti delle popolazioni civili del Nord-est d’Italia durante la I guerra mondiale, con protagonisti i punti di vista e gli sguardi degli antieroi e degli “ultimi”, in particolare le donne e i bambini.

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Un avvio incoraggiante per il progetto La grande onda

Successo per le prime tre rappresentazioni di Non capivamo  

Il progetto La grande onda ha preso il via il 13 gennaio scorso, subito dopo la pausa natalizia, con il concerto-racconto-immagine Non capivamo. Lo spettacolo ha esordito al Centro Polifunzionale di San Pietro al Natisone, dove è stato accolto dal pubblico con intensa partecipazione. Tra i presenti anche un gruppo di studenti argentini, ospiti del Convitto Nazionale Paolo Diacono, che hanno condiviso un importante momento della storia del nostro Paese, in un luogo attraversato un secolo fa da questi eventi. Venerdì 19 gennaio, un lungo applauso ha chiuso la serata al Teatro Burovich di Sesto al Reghena, con una cospicua presenza di associazioni culturali locali e un fitto scambio d’impressioni al termine della rappresentazione.

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Un progetto che prende il via da un luogo simbolo

Nelle Valli del Natisone i due volti della Grande Guerra  

Pochi luoghi possono vantare l’importanza storica e strategica delle Valli del Natisone nello scenario della Grande Guerra. Qui cominciò a muoversi l’immenso fiume di eserciti che si spostò dall’Isonzo al Piave, dopo la Battaglia di Caporetto.

Qui la Prima Guerra Mondiale ha lasciato straordinarie testimonianze, come le trincee del Colovrat (o Kolourat nel locale nediško) a est di Drenchia, che costituiscono un museo all’aperto, affacciato scenograficamente sulla Valle dell’Isonzo.

Accanto a questi siti, che oggi attraggono migliaia di turisti con le loro memorie di combattimenti, ne esistono altri che offrono la possibilità di fare scoperte meno clamorose e spettacolari, tuttavia capaci di raccontare il volto quotidiano della guerra, magari quello tessuto attraverso i rapporti amichevoli tra civili e militari.

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